Scopriamo le borse mondiali principali, caratterizzate da un giro di denaro molto importante e da una crescita dell’ultimo periodo che è stata in grado di attirare investitori in massa. Non ci limiteremo certo a citare banalmente i mercati, ma li studieremo a fondo capendo da quali motivazioni deriva tutta questa importanza e i modi che al giorno d’oggi, nel 2015, ci permettono di acquistare titoli di Borsa relativamente alle borse che andremo a descrivere.
La Borsa della Cina
Al primo posto, non potevamo evitare di citare una delle economie più potenti a livello internazionale, alla quale è dovuta una parte piuttosto vasta del giro di denaro degli ultimi decenni. E se ci si mette anche un rendimento superiore agli standard, che nel 2014 ha contraddistinto i titoli della Cina con un +50% nei dodici mesi, ecco che si aprono serie possibilità per portare a termine un investimento dalle grandi speranze anche per il futuro prossimo. La poca liquidità, decisa dalla Federal Reserve, non ha avuto seri riscontri su un mercato potente come quello cinese, che al contrario di economie più deboli ha reagito come meglio non poteva ad un fattore mai semplice da affrontare.
Borsa Argentina
Forse nel complesso può essere considerata da molti come una delle borse secondarie, ma dati alla mano la Borsa sudamericana dell’Argentina si presenta come una delle maggiori possibilità di rendimento degli ultimi anni. Nel 2014 è infatti avvenuto un aumento tutt’altro che trascurabile, che nell’arco dell’anno solare ha consentito agli investitori di trarre un ottimo +59% sui loro titoli, cifra che ha dato all’Argentina la palma di migliore Borsa dello scorso anno, con prospettive di tutto rispetto per il futuro.
Borsa di New York e indice Dow Jones
Tra quotidiani di economia e notiziari televisivi, si sente ogni giorno parlare dell’indice Dow Jones per dare subito un’idea relativamente all’andamento della Borsa USA. Creato dall’analista Charles Dow, questo punto di riferimento riassume fedelmente il trend (quotidiano, annuale e periodico) dei titoli statunitensi, dal momento che la curva del valore è influenzata direttamente dai 30 principali assets negoziati sul mercato a stelle e strisce. Tra le più importanti aziende che allo stato attuale compongono l’indice Dow Jones figurano marchi di multinazionali, note ovviamente anche in Italia: stiamo parlando di case come McDonald’s, Coca-Cola, Cisco Systems, Microsoft, Visa, Walt Disney, Nike, Intel, IBM e American Express.
Borsa italiana di Milano – Piazza Affari
Da oltre due secoli (l’anno di fondazione risale al 1808), la capitale italiana della Borsa è Milano, con la sua sede in Piazza Affari dove ogni giorno avvengono le contrattazioni riguardanti titoli di straordinaria importanza nel mercato mondiale. Dal 1974 la Borsa di Milano ospita la Consob, Commissione Nazionale per le Società e la Borsa che si occupa di vigilare sul regolare funzionamento dei mercati e delle trattative, compreso l’operato dei broker di trading online che consentono agli utenti di inserire in Borsa sul web utilizzando contratti derivati e opzioni binarie. Quanto visto nel 2014 non è stato un trend particolarmente brillante per la Borsa di Milano, che dopo aver chiuso i due anni precedenti con una crescita accentuata è rimasta pressoché invariata, il tutto a causa di fattori esterni come il calo di prezzo subito dal petrolio e dalla crisi della Russia. L’indice principale italiano, il FTSE-MIB (il cui valore è rapportabile all’effetto dei titoli statunitensi sul Dow Jones), ha chiuso comunque in positivo lo scorso 30 dicembre, con un misero +0,92% che non è nulla a confronto dei notevoli picchi del 2012 (quando si arrivò al +7,85%) e del 2013 (+16,5%). Certamente un’annata sottotono, specie se messa a confronto delle borse statunitensi e asiatiche.